Spesso si sente dire che dallo psicologo ci vanno i matti. Penso sia arrivato il momento di sfatare questo falso mito. Infatti, fare psicoterapia, al contrario di quanto si pensi, non vuol dire solo curare un disturbo psichico, bensì vuol dire ricostruire e/o rafforzare l'efficienza funzionale della personalità di una persona. Terapeuta e paziente intraprendono un viaggio basato sulla fiducia e mirato alla presa di coscienza di emozioni, sentimenti, eventi, aree problematiche e risorse per giungere alla conquista di nuovi strumenti e risorse prima sconosciute, o meglio, non riconosciute. Ritengo il percorso psicoterapeutico importante per ogni persona in quanto permette la scoperta, la crescita e il cambiamento delle persone che intraprendono questo "viaggio". L'essere umano è un'unità biopsichica in cui mente e corpo collaborano e si influenzano a vicenda e per questo è importante che stia bene la mente per far stare bene il corpo, non solo viceversa.


Ho deciso che professione volevo fare nella vita a 13 anni, trovando un libro di psicologia in casa. Probabilmente capii ben poco di quel libro di Piaget ma rimasi comunque affascinata dalla materia e così, prima con il Liceo di scienze sociali, poi con la Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche e in ultimo con la Laurea Magistrale in Psicologia ho raggiunto quel sogno. Ho poi deciso di diventare anche Psicoterapeuta quindi ho fatto la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia. Gli anni di studio ovviamente sono stati affiancati anche da numerosi tirocini pratici, ho scelto esperienze abbastanza variegate (Neuropsichiatria infantile nell'Ospedale Regina Margherita di Torino, un Centro per adolescenti e in ultimo un Centro di salute mentale) per potermi formare nel modo migliore e per potermi relazionare con diverse figure di aiuto.

 
Vorrei lasciarvi con una frase di Alfred Adler che racchiude tutto il senso della psicoterapia e del rapporto che si crea tra psicoterapeuta e paziente "vedere coi suoi occhi, sentire con le sue orecchie, vibrare col suo cuore".