Modello teorico di riferimento
Il mio modello teorico di riferimento è quello della Psicologia Individuale Comparata di Alfred Adler.
Pur permanendo nell'ambito delle "psicologie del profondo" la Psicologia Individuale acquisita sia la dimensione individuale che quella sociale, infatti Adler sottolinea la rilevanza del "sociale" per lo sviluppo del bambino.
La teoria di A. Adler si definisce come "psicologia individuale comparata": individuale da "individuum", a sottolineare l'unità indivisibile dell'essere umano (principio dell'unità biopsichica mente-corpo); comparata in quanto l'uomo non può prescindere da un continuo rapporto dialettico di confronto e di interazione con gli altri. L'attenzione continua all'altro -centralità del paziente- e ai processi di cambiamento sociale connota la formazione del terapeuta adleriano. L'intera formazione del terapeuta adleriano infatti si sviluppa ponendo in primo piano il sentimento sociale.
L'analisi dei pazienti viene considerata come rapporto paritario, seppure con ruoli ben definiti. Il terapeuta si propone come colui che mette a disposizione dell'altro le sue conoscenze e la sua esperienza, utilizzando le tecniche apprese per un approccio metodologicamente corretto alla patologia che viene ogni volta considerata e affrontata (grazie anche all'utilizzo delle tecniche più aggiornate).
Il terapeuta adleriano si sintonizza sia a livello cognitivo che emotivo con il paziente, entrando nell’esperienza e nei sentimenti della persona, sentendo quello che sente il paziente pur non facendosi sopraffare, per Adler infatti il terapeuta deve “vedere coi suoi occhi, sentire con le sue orecchie, vibrare col suo cuore”. Ma il paziente viene anche riconosciuto dal suo terapeuta, riconoscimento inteso sia come riconoscimento da parte del terapeuta della persona e del suo dolore ma anche delle risorse da poter sviluppare.