Oggi è la giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare. ![](https://static.xx.fbcdn.net/images/emoji.php/v9/t96/1/16/1f49c.png)
Di norma quando si parla di #dca ci si riferisce ad anoressia nervosa e bulimia. Ma anche il binge eating fa parte dei dca. E tutti e tre hanno bisogno della stessa attenzione e cura!
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Di norma quando si parla di #dca ci si riferisce ad anoressia nervosa e bulimia. Ma anche il binge eating fa parte dei dca. E tutti e tre hanno bisogno della stessa attenzione e cura!
Proprio perché meno conosciuto come dca in questa giornata vorrei parlarvi di BINGE EATING.
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Il termine significa “abbuffata di cibo” e indica episodi in cui si assumono grandi quantità di cibo in un tempo relativamente breve con la sensazione di perdere il controllo su cosa e quanto si sta mangiando. Questi episodi sono accompagnati da un forte disagio psicologico e seguite da senso di colpa e vergogna, che spesso inducono a mangiare da soli o di nascosto.
Il Disturbo da Alimentazione incontrollata si distingue dalla bulimia nervosa perché chi ne soffre non mette in atto sistematicamente comportamenti compensatori per controllare il peso (vomito, abuso di lassativi, digiuno o eccessivo esercizio fisico).
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Il sintomo cardine ovviamente sono le abbuffate ma sul piano psicologico si associano: bassa autostima; abbassamento del tono dell'umore; immagine fortemente negativa del proprio corpo; difficoltà nei rapporti interpersonali.
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Sicuramente bisogna farsi seguire sul piano alimentare per rieducarsi ad uno stile alimentare corretto, imparando ad ascoltare il proprio corpo, ascoltare la fame fisica e imparare a differenziarla da quella psicologica.
Vi è poi la cura psicologica. La cura psicologica prevede una rieducazione emotiva per imparare riconoscere le proprie emozioni, comunicarle e infine trovare alternative più salutari per gestirle. Non è necessario soffocare le emozioni nel cibo. Anzi è importante conoscerle e riconoscerle per capire quali sono le emozioni che, più facilmente, scatenano un episodio di abbuffata. In seduta quindi si lavora sul rapporto tra emozioni e cibo ma anche sulla difficoltà di gestire gli impulsi, il tono dell'umore depresso, i traumi.
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