15 marzo - giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare

Oggi è la giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare.
Di norma quando si parla di #dca ci si riferisce ad anoressia nervosa e bulimia. Ma anche il binge eating fa parte dei dca. E tutti e tre hanno bisogno della stessa attenzione e cura!
Proprio perché meno conosciuto come dca in questa giornata vorrei parlarvi di BINGE EATING.
COSA SIGNIFICA BINGE EATING?
Il termine significa “abbuffata di cibo” e indica episodi in cui si assumono grandi quantità di cibo in un tempo relativamente breve con la sensazione di perdere il controllo su cosa e quanto si sta mangiando. Questi episodi sono accompagnati da un forte disagio psicologico e seguite da senso di colpa e vergogna, che spesso inducono a mangiare da soli o di nascosto.
Il Disturbo da Alimentazione incontrollata si distingue dalla bulimia nervosa perché chi ne soffre non mette in atto sistematicamente comportamenti compensatori per controllare il peso (vomito, abuso di lassativi, digiuno o eccessivo esercizio fisico).
Spesso le persone che soffrono di binge eating vengono colpevolizzate con frasi "basta che non mangi" "guarirai quando terrai la bocca chiusa e non mangerai tutto". Frasi che accrescono ancora di più il senso di colpa della persona e la sofferenza emotiva. Non basta chiudere la bocca e non mangiare per smettere di soffrire di binge eating!
QUALI SONO I SINTOMI DEL BINGE EATING?
Il sintomo cardine ovviamente sono le abbuffate ma sul piano psicologico si associano: bassa autostima; abbassamento del tono dell'umore; immagine fortemente negativa del proprio corpo; difficoltà nei rapporti interpersonali.
COME CURARE IL BINGE EATING DISORDER?
Sicuramente bisogna farsi seguire sul piano alimentare per rieducarsi ad uno stile alimentare corretto, imparando ad ascoltare il proprio corpo, ascoltare la fame fisica e imparare a differenziarla da quella psicologica.
Vi è poi la cura psicologica. La cura psicologica prevede una rieducazione emotiva per imparare riconoscere le proprie emozioni, comunicarle e infine trovare alternative più salutari per gestirle. Non è necessario soffocare le emozioni nel cibo. Anzi è importante conoscerle e riconoscerle per capire quali sono le emozioni che, più facilmente, scatenano un episodio di abbuffata. In seduta quindi si lavora sul rapporto tra emozioni e cibo ma anche sulla difficoltà di gestire gli impulsi, il tono dell'umore depresso, i traumi.

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