Accettarsi

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“Cerca di accettarti così come sei. Non cambiare per piacere agli altri. Chi ti ama, accarezzerà le tue insicurezze. Chi vorrà starti accanto si accoccolerà alle pieghe della tua anima. Sii te stesso sempre. Fatti un dono vero, resta come sei…”
(Alda Merini)


Schilder definisce l’immagine corporea come l’immagine e l’apparenza del corpo umano che ci formiamo nella mente, cioè il modo in cui il nostro corpo ci appare. La nostra immagine corporea si sviluppa fin da neonati ed è influenzata da diversi fattori, divenendo un processo di integrazione e mediazione fra percezioni, cognizioni ed emozioni che possono influire sulla nostra autostima. Accettarsi sembra così semplice da fare ma non è così. Per alcune persone infatti risulta difficile accettarsi a livello corporeo. Secondo il modello tripartito di influenza l'immagine corporea si costruisce e viene influenzata dai genitori, dai pari e dai mass media. Queste tre fonti quindi potrebbero condizionare lo sviluppo delle alterazioni dell’immagine corporea.

Il periodo maggiormente critico per lo sviluppo della propria immagine corporea è l'adolescenza, così ricca di cambiamenti fisici ed emotivi che avvengono in modo repentino. Man mano che si avvicina il periodo dell’adolescenza il corpo va incontro a diversi cambiamenti ed è da qui che molto spesso iniziano le difficoltà nel riconoscersi, in questa situazione una maggiore vulnerabilità dal punto di vista emotivo e psicologico può far si che si provi un maggiore disagio. La creazione dell’immagine corporea, soprattutto nel periodo dell'adolescenza, risente sia di fattori sociali che di fattori interni. L’ambiente in cui stiamo crescendo, l’interazione con i nostri coetanei e anche con i nostri genitori possono condizionare il nostro sviluppo. Si è maggiormente sensibili al giudizio altrui e si va creando in questo periodo un’ideale del proprio corpo che risente dell’influenza dei mass media ma anche dei confronti con i propri pari. L’immagine corporea e la rappresentazione che l’adolescente si fa della propria fisicità infatti è una complessa strutturazione che risente di fattori sociali ma anche psicologici ed emotivi. L’insoddisfazione nei confronti della propria forma fisica è assai diffusa sia fra il sesso femminile che fra il sesso maschile, in alcuni casi può però portare alti livelli di sofferenza che possono interferire con la vita dell’individuo.

Tra gli aspetti psicologici fondamentali associati all’alterazione dell’immagine corporea abbiamo le esperienze evolutive avverse come l’influsso di umiliazioni subite per l’aspetto fisico durante infanzia e l'adolescenza. Aver subito questo tipo di umiliazioni nel corso della creazione della nostra immagine corporea provoca delle profonde ferite nella persona che ne è stata vittima. In questo modo oltre ad interiorizzare un'immagine corporea negativa anche l'autostima personale ne risente, influenzando a sua volta le relazioni presenti e future.

Nella società odierna essere belli e in vista è diventato un imperativo e chi non rispetta questi canoni spesso si trova a cambiare per piacere e compiacere gli altri. I mass media sovente promuovono un’eccessiva esaltazione della magrezza, rinforzata da genitori e pari, che incoraggiano tale attuale standard irrealistico di bellezza. Quest’ultimo quindi viene interiorizzato ma, poiché è impossibile da raggiungere concretamente dalla maggior parte delle persone, favorisce l’insoddisfazione corporea. Da qui il ricorso alla chirurgia estetica estrema utilizzata da alcune persone che stravolgono la loro immagine corporea per raggiungere un ideale che distrugge la loro immagine di sé. Pensiamo poi alla ricerca di magrezza estrema, che spesso sfocia in disturbi alimentari, o alla ricerca dell'eterna giovinezza da parte di chi giovane non lo è più. Tutti questi esempi parlano di persone che non si accettano, che non accettano la loro immagine corporea e che spingono questa mancata accettazione di sé verso l'ossessione.

Tutti, chi più chi meno, abbiamo dei difetti riguardandi il nostro corpo che non accettiamo. Quindi perché alcune volte questa mancata accettazione di sé sfocia in disturbo psicologico (es. disturbi alimentari, dismorfia...)?
Ciò che differenzia chi critica in modo "sano" il proprio corpo dagli altri è il vuoto interiore che va messo a tacere. Se le immagini interne, la stima di sé, la fiducia nel proprio valore sono scarse non riescono a arginare questo vuoto. Il senso di inadeguatezza rende la ricerca della perfezione un'ossessione, i pensieri sono incentrati solo ed esclusivamente sui propri difetti, sull'insoddisfazione e come rimediarvi.
La mancata accettazione di sè stessi è dovuta ad insicurezze e bassa autostima che nella donna, ma oggigiorno anche nell'uomo, tendono a concentrarsi sull’aspetto fisico, in considerazone anche dell’evidenza che viviamo in una società dell’immagine. Per queste persone infatti autostima e aspetto esteriore rappresentano due unità direttamente proporzionali. Nella formazione dell’immagine corporea vi è un continuo paragone fra quello che è il proprio corpo e il corpo ideale proposto dall'esterno, e a seconda della maggiore o minore vulnerabilità al giudizio si andrà formando un’idea di sé più o meno coerente che potrà portare con sé maggiore o minore sofferenza.

Il rischio è di estendere il giudizio negativo relativo al mio corpo a tutta la persona. Si fa in fretta a passare dal non sentirsi abbastanza bella/o al non sentirsi abbastanza (nella vita). Il giudizio meramente estetico diventa quindi un giudizio di valore sull'intera persona. Si passa dal non accettare il proprio riflesso allo specchio al non accettarsi in toto. Infatti spesso le persone che hanno immagini corporee non ben costruite e negative (anche se non patologiche come disturbi alimentari e dismorfismo) vivono stati di ansia, depressione e forte autosvalutazione.

E ora qualche "consiglio", sia per chi vive una situazione di disagio legata alla propria accettazione (corporea e non) sia per chi sta accanto a queste persone (familiari, amici, conoscenti...).

Che fare se ci si accorge di avere un problema di accettazione di sé?
- Non pensare costantemente a cosa gli altri pensano di noi in merito ai nostri difetti. Spesso infatti le persone neanche li notano quei difetti che per noi sembrano insormontabili.
- Confrontati solo con te stesso, non ha senso istituire confronti con gli altri in quanto ognuno è differente e non esistono standard universali di bellezza a cui dobbiamo aderire.
- Mostrarsi per come si è, con pregi e difetti. In fondo anche gli altri hanno dei difetti.
- Individuare ed evidenziare i propri punti di forza e non solo le proprie debolezze/difetti.
- Fissarsi degli obiettivi raggiungibili per migliorare i nostri difetti. Non ha senso fissare obiettivi irrealistici e quindi irraggiungibili che sminuirebbero ancora di più la propria autostima.
- Non ricercare l'approvazione altrui per sentirsi bene con sé stessi. Attirare le persone solo per il proprio modo di apparire è errato, avete sicuramente molto di meglio da offrire (es. carattere, interessi, intelligenza, senso dell'umorismo...). L'immagine esteriore è solo una parte dell'immagine complessiva della propria persona. Non siamo fatti solo di ciò che appare, abbiamo anche un'anima e un cervello.
- Non criticare i difetti degli altri né puntate il dito per scaricare la vostra frustrazione.
- Cercare sostegno in chi crede in noi per ciò che siamo e non per ciò che appariamo.
- Chiedere l'aiuto di un professionista per avere un sostegno e lavorare su queste rigidità mentali che provocano grande disagio e che possono trasformarsi in vere e proprie patologie.

Cosa fare/non fare con chi non si accetta?
- Evitare di non prenderlo sul serio sminuendo e minimizzando il problema in quanto la persona si sentirà non capita e tenderà a tenersi tutto dentro.
- Evitare di consolare la persona dicendole "ma no, sei bella/o" e simili in quanto fa sentire incompresi.
- Cercare di empatizzare mettendoci nei suoi panni, cercando di capire il suo punto di vista, come si sente, mettiamoci in contatto con la sua sofferenza e supportiamola nell'affrontare questo disagio.
- Aiutarlo nel raggiungere gli obiettivi realistici che si è prefissato, segnalandole se invece gli obiettivi sono irrealistici.
- Spronarla ad intraprendere un percorso psicoterapeutico per diminuire la sua sofferenza e tornare a vederla sorridere quando sta a tavola, quando va a fare shopping e si prova dei vestiti, tutte attività che prima sarebbero state un'enorme sofferenza.

Quadro "Accettami" di Rosy Marino pagina fb @rosymarinoart, sito internet http://www.arteitaliana.org/rosy-/