Ansia, l'amica-nemica della vostra vita

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Alzi la mano chi almeno una volta nella vita ha avuto l'ansia. Quasi tutti, bene. Ebbene si, perchè l'ansia spesso è la protagonista delle nostre vite e dei nostri racconti. Molti sintomi che proviamo nella vita quotidiana possono essere ricondotti ad essa, pensiamo alla tachicardia, alla sudorazione, all'arrossire, al mal di pancia. Poi ci sono anche persone per cui quell'ansia si trasforma in una vera e propria patologia (disturbo d'ansia generalizzato, attacco di panico, fobia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo post traumatico da stress, disturbi psicosomatici). 

L'ansia è un sentimento molto diffuso e multiforme ed è difficile parlarne in modo completo ed esaustivo. Può essere personale o collettiva, transitoria o permanente, lieve o grave, pervasiva o non pervasiva, quello che è certo è che invade ogni aspetto del quotidiano. Nella parola ansia sono racchiuse molte sfaccettature, l'ansia naturale di fronte a compiti nuovi, quella di fronte ad un pericolo imminente, quella esistenziale che ruota attorno ai grandi temi della vita (es. la morte), quella anticipatoria legata alla paura di avere ansia di fronte a determinate situazioni.
L'ansia di fronte a compiti nuovi, detta anche ansia segnale, è naturale, adattiva e persino positiva perchè ci spinge a superare i nostri limiti e ad affrontare compiti nuovi, ci spinge al progresso e al cambiamento. Anche l'ansia di fronte ad un potenziale pericolo è naturale, meno naturale è quando quest'ansia legata ad un pericolo imminente non visualizzato ci impedisce di vivere e ci rende statici. Questa è un'ansia che ci assale senza ragione e che traforma il mondo in cui viviamo. Tutte le cose di ordinaria amministrazione diventano cariche di minacce, paurose e difficili da fare. Fossimo in lotta con pericoli reali questa preoccupazione sarebbe giustificata e produttiva, in caso contrario invece diventa fonte di conflitto interiore e di blocco. Anche l'ansia sui grandi temi della vita di per sè può essere utile e produttiva, meno sana e ragionevole se diventa un'angoscia pervasiva di vivere. Insomma, tormentarsi inutilmente ad esempio sul tema della morte non è utile in quanto non ci permette di investire sulla vita.
Tutta quest'ansia provoca dei sintomi, più o meno invalidanti, più o meno mascherati. L'ansia legata ad un pericolo esterno vive in un rapporto di causa-effetto quindi è più facile scoprirne l'origine e lavorarci, diverso è se il conflitto che provoca ansia è interno. In quel caso infatti occorre fare un lavoro di smascheramento del conflitto per poter lavorare sulla reale fonte di ansia. Il sintomo è lontano dalla vera causa del malessere e il paziente deve fare un lungo cammino per giungere sia alla reale causa del malessere sia per accettare la propria vulnerabilità.
Sovente il termine ansia viene confuso con angoscia, paura, panico, questo accade perchè il rapporto fra queste emozioni è stretto. Sono simili le reazioni psicologiche che suscitano, sono identiche le manifestazioni fisiologiche con cui si manifestano, cambia solo l'intensità di queste manifestazioni fisiologiche. Cosa le accomuna e cosa le distingue quindi. L'angoscia identifica l'intensificarsi dell'ansia, risultandone una sua sfaccettatura, ed entrambe sono legate a qualcosa ritenuto minaccioso e preoccupante ma che non ha corrispettivi nella realtà e che non permette un pensiero concreto che porti alla risoluzione del motivo dell'ansia. La paura invece si riferisce a qualcosa di tangibile e concreto che spinge alla ricerca di una via di salvezza, è legata al primitivo istinto di sopravvivenza che permette di evitare pericoli e situazioni sgradevoli. Il panico è l'esasperazione di queste sensazioni, improvvisamente la persona viene travolta da uno stato di terrore con sintomi fisici quali palpitazioni, sudorazione, dispnea, tremori, nausea, paura di perdere il controllo e/o morire, formicoloio e torpore, brividi...
Cosa può essere fonte di ansia? Possono essere fonte di inquietudine anche gli oggetti della vita quotidiana, oggetti che trasfigurano conflitti interni. L'ansia infatti è il risultato di un conflitto psichico inconscio multideterminato. Può essere fonte di ansia un'agenda, un sentimento di abbandono, il contatto fisico, un ascensore, un animale, la bilancia, un bosco, il buio, il cambiamento, una crepa nel muro, il disordine, il distacco, la vita sessuale, gli esami, un fallimento, la folla, la solitudine, l'assenza, il futuro, la gravidanza, l'identità, l'intimità, il lavoro, la libertà, un lutto, un genitore, una malattia, il matrimonio, la pulizia, un segreto, lo specchio, il telefono, il vuoto, le relazioni sociali, la timidezza, i limiti, i traguardi da raggiungere...
Non è l'ggetto dell'ansia che la rende patologica o meno ma il grado di pervasività che quest'ansia ha nella vita quotidiana. Gli stati dell'ansia infatti vanno da un continuum non patologico a uno patologico. Un'ansia normale è un'ansia conseguente a diverse situazioni della vita e che non risulta pervasiva nè invalidante per la persona. Un'ansia invece che genera disturbi psicosomatici o attacchi di panico o attacchi di ansia generalizzata è un'ansia patologica in quanto condiziona il modo di vivere, comportarsi e sentire della persona.
L'ansia è un sintomo non presente solo negli adulti, anzi sempre più spesso è un sintomo che emerge anche in infanzia e adolescenza. A questa si accompagnano insicurezze e tensioni emotive che possono provocare problemi nello sviluppo emotivo e sociale di questi bambini e ragazzi. Perchè un bambino o un ragazzo sono ansiosi? Spesso perchè sentono di non essere abbastanza per i propri genitori o insegnanti o coach sportivi, che pongono loto mete difficili o impossibili da raggiungere o che propongono attività e situazioni non inclini alle loro attitudini. Oppure semplicemente perchè sono un pò timidi e insicuri di sé mentre gli viene quotidianamente ripetuto di essere forti, con la paura del giudizio che ne consegue.
Come si curano queste sofferenze di origine psichica? Con il dialogo accogliente con un professionista e, qualora fosse necessario, soprattutto all'inizio di un percorso psicoterapeutico, con un supporto farmacologico. Le parole curano, hanno una grande importanza. Con la psicoterapia, nei casi di ansia, è importante esplorare il conflitto fonte dell'ansia (patologica e non) per riportare il paziente ad una situazione di benessere e di scomparsa totale del sintomo.

Dott.ssa Ada Piacentini


quadro "Anxiety" di Rosy Marino

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