L'abbraccio: quando è fonte di apprensione e disagio

L'abbraccio è un modo di comunicare sentimenti ed emozioni oltre che un gesto di fiducia. Ma per alcuni la beatitudine di quel contatto è fonte di apprensione e disagio. Questa ritrosia al contatto non ha niente a che vedere con i sentimenti che si nutrono verso le persone che abbracciamo. Si può amare immensamente una persona ma irrigidirsi istintivamente qualora questa ci abbracci. In quel momento il bisogno di salvaguardare la propria sicurezza ha la meglio spingendoci a mantenere una distanza ideale fisica (e psichica) fra noi e gli altri. Non tutti pongono i confini della loro identità entro i limiti del corpo, qualcuno può stabilire, per diversi motivi, che il suo Io finisce dieci centimetri davanti a lui. In questo caso un abbraccio o un contatto di altro tipo può essere vissuto come una invasione del proprio spazio intimo. Spesso persino le persone che si sentono in soggezione ad abbracciare gli altri non comprendono l'ansia che scatena un abbraccio, arrivano persino a fingere di essere espansivi per non essere giudicati. Ma questo sforzo aumenta l'ansia. Altri invece vorrebbero dare degli abbracci sinceri ma risultano freddi e distaccati. In entrambi i casi ciò che la persona desidera è diverso da ciò che fa, entrambi non riescono a trovare una misura che li faccia stare bene sia con sé stessi sia con gli altri. Da cosa deriva questa ansia del contatto? Non da freddezza, superbia, repulsione per il prossimo ma sovente dalla inconscia paura di perdere sé stessi.