#unlibroperriflettere - Di materno avevo solo il latte

"- A che ora torni?
- Al solito. Se hai bisogno di qualcosa, mi raccomando, chiamami.
Adesso. Ti chiamo adesso. Ho bisogno di te. Adesso!
Zitta! Che vai a pensare? Sei una mamma e saprai cavartela da sola. Milioni di donne stanno vivendo la tua stessa situazione.
Ma io credo di non riuscirci. Sento il cuore e la testa pesanti e poi sono stanca, ho bisogno di dormire.
Cosa stai dicendo? Non ti vergogni? Non osare mai più pronunciare le parole stanca o dormire! E quando si diventa madri non esiste la frase non ci riesco. Tu invece, ora ti rimbocchi le maniche senza frignare! Forza che devi dare da mangiare a Camilla, e poi dovrai anche preparare il pranzo e magari dare una sistemata alla casa... Non cercare di chiamare qualcuno per farti aiutare. Sei impazzita? Che penseranno poi di te? Che sei una misera inetta.
La vocina aveva ragione. Come potevo lasciare un sos a soli due giorni dalla nascita di Camilla?! Il mondo vedeva la maternità come un'esperienza unica, meravigliosa globalmente inattaccabile. E io mi sentivo una misera profana. Non riuscivo a vedere niente di bello e di magico nella mia nuova esperienza, e se avessi avuto la possibilità di tornare indietro e continuare la mia vita che in fondo era bella così com'era, lo avrei fatto senza pensarci troppo.
Ero ufficialmente caduta in picchiata nel buco nero della depressione post-parto. Ma ancora non conoscevo la causa del mio male, tanto meno che fosse solo l'inizio."

Oggi per la rubrica #unlibroperriflettere io e @ilaria ti consiglia un libro abbiamo deciso di parlare di depressione post-partum. Io ho deciso di leggere e portarvi "Di materno avevo solo il latte" di Deborah Papisca. L'autrice ha deciso di parlare della sua esperienza di vita in merito alla maternità, con i suoi lati positivi e quelli negativi. Perché si, il libro è autobiografico e Deborah in questo libro ci parla di un lato oscuro della maternità di cui ancora troppo poco si parla, la depressione post-partum.
In questo libro l'autrice tocca, anche con una sana dose di ironia, diversi punti interessanti in merito alla maternità: la difficoltà a concepire a causa di una malattia, l'endometriosi, e la sorpresa nell'essere rimasta incinta tanto spontaneamente quanto improvvisamente; le aspettative su ciò che rappresenta la maternità e il rapporto con la bambina; i cambiamenti fisici ed emotivi nel corso della gravidanza; le difficoltà del ritorno a casa e l'incontro con la depressione post-partum.
Ho trovato il racconto lineare, a tratti ironico e a tratti duro. Secondo me è un ottimo libro per avvicinarsi ad un tema davvero poco trattato e penso possa aiutare le neo-mamme a non idealizzare il momento della gravidanza e della maternità per non arrivare impreparate con quella che è una grande gioia ma anche un grande stravolgimento nella vita di una donna.

Deborah subito dopo la nascita di Camilla si accorge di soffrire di depressione post-partum. Ma che cos'è?
Il baby blues è un lieve e transitorio disturbo emozionale che prevede una sensazione di malinconia e tristezza che può presentarsi nei giorni successivi al parto e che sparisce entro 2 settimane. Quando questo presenta sintomi più intensi e duraturi si parla di depressione post-partum. I sintomi sono: tristezza, abbattimento, senso di vuoto, autosvalutazione, senso di colpa, incapacità a pensare lucidamente, perdita di energia, mancanza di emozioni o sensazione di fastidio nei confronti del bambino, difficoltà a prendersi cura del bambino in quanto visto come peso, senso di inadeguatezza nella cura del bambino. La forma più grave di depressione post-partum è la psicosi post-parto, fonte di potenziale pericolo sia per la mamma che per il bambino in quanto può dare luogo a suicidio o infanticidio.
[Ne ho parlato in modo più particolareggiato in post passati]

Quando si è in gravidanza si idealizza tutto: l'incontro con il neonato, il ritorno a casa, la gestione del neonato, la ripresa degli impegni quotidiani e le modalità per conciliarli con l'essere madre. Forse ci sarebbe bisogno di più donne, madri, nonne che ci raccontano come si sono sentite realmente appena dopo il parto. Quando la mamma prova sensazioni diverse e contrastanti, oscillando fra la gioia di essere diventata madre e la fatica di occuparsi di una persona che dipende completamente da lei senza lasciarle il tempo per sè stessa, si sente egoista, in colpa, una cattiva madre. Se sapesse che altre madri si sono sentite come lei starebbe meglio. E' normale inizialmente sentirsi inadeguate, spaesate, prosciugate. Per questo è fondamentale che tutte le mamme chiedano supporto (al partner, ai parenti, agli amici) se sentono di averne necessità. Ditelo quando non ce la fate, non c'è nulla di male, non dovete essere wonder woman. E se vi ritrovate in qualcuno dei sintomi elencati sopra chiedete il supporto di un professionista.

Avete letto questo libro? Vi è piaciuto? Ne avete letti altri su questo tema?
Siete mamme? Vi siete trovate in questa situazione? Parliamone insieme!