#unlibroperriflettere - Diario di una schizofrenica

255953344_287280886736186_1514476412546731824_njpg

Oggi per la rubrica #unlibroperriflettere ho deciso di trattare come tema la schizofrenia. Ho deciso di leggere Diario di una schizofrenica di Marguerite Sechehaye. Questo libro è molto interessante perchè racconta la schizofrenia con gli occhi di chi l'ha vissuta.
Il libro infatti parla dell’esperienza di schizofrenia di una giovane donna, Renee. Nella prima parte del testo Renee parla in prima persona e a posteriori della sua malattia e dell'avvenuta guarigione. Nella seconda parte del testo invece parla la psichiatra che l'ha avuta in cura e guarita. Marguerite Sechehaye spiega l'origine della schizofrenia di Renee, le origini del suo stato mentale, che pare derivi esclusivamente da fattori psicologici legati all’infanzia e in modo particolare al rapporto con la madre. L'introduzione è a cura di Cesare Musatti, psicologo e psicoanalista italiano, che mette in evidenza il fatto che la schizofrenia è una malattia dalla quale si può guarire, a patto però di riuscire a decifrare il linguaggio, spesso incomprensibile, dello psicotico. Mentre fino a qualche anno prima si pensava che le forme schizofreniche non fossero accessibili ad alcuna specie di psicoterapia.
La caratteristica principale della schizofrenia, che è un disturbo mentale grave, una psicosi, è una dissociazione fra affettività e intelligenza. Mentre l'affettività è perturbata dalla perdita di contatto con la realtà e il mondo circostante, l'assenza di percezione del proprio corpo, della propria esistenza. L'intelligenza invece rimane inalterata. Infatti chi soffre di schizofrenia sente ciò che lo circonda, stimoli ed emozioni, ma non riesce a metterli in relazione con sè stesso, non si percepiscono come esseri veri e reali e non possono quindi relazionarsi agli altri.
"Follia significava essere perennemente nell’irrealtà più completa. Chiamavo la follia paese della Luce per l’illuminazione astrale, fredda, abbagliante e per lo stato di tensione estrema in cui si trovava ogni cosa, me compresa. Era come se una corrente elettrica di straordinaria potenza attraversasse tutte le cose e le tendesse all’estremo, fino a farle esplodere."