#unlibroperriflettere - Io, te e il mare

Un pò di tempo fa, navigando in internet, ho letto una frase che mi ha colpito. Diceva "solo quando stai bene con te stesso puoi stare bene in una relazione". Sembra una banalità, ma è vero. Dopo qualche giorno in libreria mi è capitato tra le mani il libro che vi porto oggi in #unlibroperriflettere, "Io, te e il mare" di Marzia Sicignano.

"«Ti sei mai sentito solo al mondo? Ti sei mai sentito senza un senso, diviso a metà, come se ti mancasse qualcosa? Ecco, quando ti ho visto per la prima volta è stato come ritrovare la parte di me che avevo perso, forse, quando ho messo piede in questo mondo». Eccola, l'essenza del primo, vero amore, che travolge i protagonisti di questa storia: la sensazione meravigliosa che, tutto a un tratto, il caos che hanno dentro trovi finalmente un punto intorno al quale sciogliersi, permettendogli di accarezzare quella felicità di cui fino a un momento prima avevano solo fantasticato. Perché quando si è ragazzi e ci si ama, si può davvero tutto, persino regalarsi il mare. Che poi, a pensarci bene, ogni cosa bella comincia sempre da lì, dal mare, metafora perfetta di quell'esplosione di emozioni che senti dentro quando ti innamori. Il mare, che quando ci entri lo fai velocemente, senza pensare alle conseguenze: ti tuffi e basta. Il mare che, da solo, è in grado di curarti il cuore e che, persino quando ti tramortisce con le sue onde, è talmente bello che proprio non riesci a concepire che potrebbe anche farti del male. Eppure potrebbe, potrebbe eccome. E infatti, la lei e il lui di questo romanzo in cui i sentimenti si muovono liberamente attraverso le poesie e la prosa, ben presto saranno costretti ad affrontare le loro personali tempeste: un misto di insicurezze, fragilità, paura di non essere "abbastanza" con il rischio, inevitabile, di andare alla deriva, l'uno lontano dall'altra. Pure loro mare, un mare mai calmo, che distrugge tutto ma che vale sempre la pena guardare, respirare, vivere, anche se fa male, finché ce n'è."

Lo stile di scrittura è particolare, in parte prosa ed in parte poesia. A tratti alcune parti risultano banalizzate ma in linea con la giovane età dell'autrice. Il libro racconta, pagina dopo pagina, come una lettera, l'instaurarsi di una relazione amorosa fra due giovani ragazzi alle prese con il primo amore. Un amore travolgente che si scontra con le prime tempeste da affrontare e le prime delusioni. Lei, una ragazza insicura che non si sente mai abbastanza per nessuno. Lui, un ragazzo intrappolato in una vita scelta da altri.

Quello che mi ha colpito del libro è che, tra le righe, affronta l'argomento legato alla frase "solo quando stai bene con te stesso puoi stare bene in una relazione", rendendo il libro un esempio di cosa potrebbe accadere qualora si inizi una relazione non stando bene con sé stessi. Che poi, nel libro si parla di una relazione amorosa ma secondo me il concetto si può traslare anche alle relazioni amicali.

Vi riporto due brevi stralci, che a me sono piaciuti particolarmente, come spunto di riflessione.

Il primo parla della nascita dei problemi in una relazione, problemi che se non si affrontano da sassolini diventano macigni invalicabili, con la conseguenza che il rapporto ne viene distrutto.

"I problemi di una relazione hanno radice nei primi giorni, nei primi mesi, nei primi silenzi. Si presentano a momenti alterni fino a che non diventano veri, e nenche te ne accorgi. Insomma, stai talmente tanto bene, ridi così tanto, ti senti così tanto tra le braccia giuste per la prima volta, che quando il tuo umore cambia, quando qualcosa non va, rimandi la resa dei conti, scansi i primi segni di cedimento - fino a che un sassolino non diventa un macigno, e allora non puoi più rimandare a domani. Certe malattie cominciano a manifestarsi quando ancora è tutto perfetto, attraverso sintomi quasi invisibili ma che poi, alla fine, si trasformano in un cancro che distrugge il rapporto."

Il secondo parla delle insicurezze personali, dei problemi irrisolti, delle cicatrici dell'anima che ci portiamo dietro, della sofferenza passata che, se non rielaborati, mangiano l'affetto, mangiano l'amore, mangiano i rapporti. Finendo inevitabilmente per perdere l'altro.

"Ma io, sai, non lo avevo capito che la mia insicurezza aveva così tanta fame di mangiarsi il tuo amore delizioso. E neanche tu avevi capito che chi ha sofferto tanto spesso è egocentrico. Poi ci siamo persi. Poi non hai avuto più voglia di mettermi i cerotti sui graffi, di venire a salvarmi, perchè eri tu che volevi essere salvato, ma non lo sapevo."

Spero che il libro che vi ho portato oggi vi sia piaciuto.