#unlibroperriflettere - La felicità del cactus

Spesso in terapia capita che un paziente chieda consiglio su un libro da leggere, un libro che rimandi alle sue emozioni, ai suoi vissuti, alle sue difficoltà, un libro che lo faccia riflettere e che gli faccia prendere consapevolezza di aspetti di sé neoscoperti e che fatica ad accettare. Per questo motivo ho avuto l'idea, spero gradita, di creare una piccola rubrica di libri che secondo me possono essere un ottimo spunto di riflessione per tutti, pazienti e non. La rubrica #unlibroperriflettere uscirà di domenica ogni quindici giorni. Perchè di domenica? Perchè generalmente è il giorno in cui siamo rilassati e abbiamo più tempo per dedicarci a noi stessi e alle persone care oltre che a ciò che ci piace.

Il primo libro di cui vorrei parlarvi è un libro che a me sta molto a cuore, La felicità del cactus di Sarah Haywood.

"Quello che piace a Susan Green è essere autonoma, occuparsi della sua collezione di cactus, che stanno zitti e hanno poche pretese, e avere il controllo su tutto. Infatti a Susan Green non piacciono le sorprese. Né le emozioni. Né le persone. Guai perciò a chiunque tenti di abbozzare un maggior coinvolgimento emotivo e di accorciare le distanze: Susan punge, come i cactus che colleziona. Quando però la sua routine viene minacciata da una serie di eventi imprevisti, Susan dovrà imparare che nella vita nulla è pianificabile. Perchè, si sa, la vita sfugge a ogni controllo."

Alzi la mano chi, da questa piccola descrizione, non si rispecchia almeno un pochino in Susan Green, desiderando avere sempre tutto sotto controllo. Presente! E chi non si sente un pò destabilizzato quando le cose non vanno come desidera? Presente! Tutti noi almeno un pochino possiamo rispecchiarci nei timori di Susan: il timore di lasciarsi andare, di perdere il controllo, di affidarsi emotivamente e fisicamente a qualcuno, di dipendere da qualcuno, di cambiare. Ma da cosa nasce la paura di affidarsi al prossimo? Dalla paura di essere delusi, feriti, di non essere padroni della propria vita, di dipendere da qualcuno. Susan, come molti di noi, non si fa avvicinare da nessuno e tiene tutto sotto stretto controllo per timore di tutte queste cose. Susan è rigida, pragmatica, così razionale da risultare irritante. E vi avverto, inizialmente vi starà anche un po' antipatica. Ma cosa succede quando scopre che non può avere tutto sotto controllo? Inizia un percorso di cambiamento, lento, difficoltoso, pauroso, ma inesorabile. Un passo alla volta Susan affronterà le sue fragilità, vacillerà, soffrirà. Ma farà come i suoi amati cactus, si adatterà, cambierà. Come spiega Rob in un passo del libro "I cactus hanno sviluppato le spine al posto delle foglie per ridurre la superficie attraverso cui fuoriesce l’acqua, senza rinunciare a fare ombra al corpo centrare della pianta. Molti pensano che le spine servano a tenere lontani i predatori, ma si sbagliano, continua. Ci tengo a sottolinearlo perché la differenza è importante: i cactus non volevano difendersi, hanno sviluppato un sistema più pratico per loro stessi, per il loro bene."
Susan ci dimostra come sia impossibile pianificare la nostra intera vita e ci insegna come tutti noi dovremmo lasciare spazio all'imprevisto, uscire dalla comfort zone, aprirci a nuovi orizzonti.

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Eccoci qua per il nostro secondo incontro di #unlibroperriflettere. Oggi vorrei parlarvi di una fiaba. No, non sono solo per bambini. E si lo so, vi sentite un pò troppo grandi per leggere le fiabe, ma spesso portano messaggi che altrimenti non arriverebbero a destinazione. Marcia Grad Powers ne ha scritte ben due! Partiamo da "La principessa che credeva nelle favole".
Victoria è una principessa e come tale cresce nella convinzione che un giorno arriverà il suo Principe Azzurro e vivranno felici e contenti la loro fiaba. Ma come talvolta accade, la favola diventa un incubo e scopre che il principe non è poi così azzurro; dopo il matrimonio il principe alterna momenti di dolcezza ad altri di rabbia immotivata durante i quali denigra e svaluta la moglie. Victoria non capisce come possano essere entrambi suo marito, il Signor Sorriso, dolce e premuroso e il Signor Nascosto, irascibile e cattivo. Pensa di essere lei la causa di questo duplice comportamento e quindi decide di cambiare e diventare perfetta ai suoi occhi, mettendo da parte sè stessa. Ma neanche questo basterà.
Questo libro parla della dipendenza affettiva che si può instaurare in un rapporto amoroso e di come uscirne, di come uscire da una relazione tossica e sviluppare la propria indipendenza fisica ed emotiva. Dipendere emotivamente da un'altra persona fa si che la nostra felicità non dipenda da noi stessi e da ciò che desideriamo ma da un altro, dai suoi gesti, dalle sue parole, dalle sue reazioni nei nostri confronti. Questo comporta che spesso mettiamo a tacere il nostro vero Io per compiacere l'altro, sono relazioni con partner che non piacevano loro per ciò che erano ma per quello che esse volevano o avevano bisogno che fossero. Ed è proprio quello che succede alla Principessina Victoria che per compiacere il Principe Azzurro ha messo a tacere Viky. Ha perso di vista la propria felicità, i propri desideri, i propri sogni per compiacere gli altri, cercando di non deludere le aspettative altrui. Infelice e ferita dalla persona che ama decide di intraprende un percorso alla scoperta di sè e alla conquista della propria autonomia. Ella sarà accompagnata da bizzarri "aiutanti" che la porteranno ad abbandonare la strada segnata sulla cartina, quella più "facile" e sicura e intraprendere nuove vie, più tortuose e faticose. Attraverserà il Sentiero della Verità, dove scoprirà che la verità è la medicina migliore, che non tutte le favole hanno il lieto fine, che deve imparare ad accettare ciò che non può cambiare senza che questo la paralizzi. Rischierà di annegare nel Mare delle Emozioni perchè si aggrappa a scialuppe non idonee, a volta bisogna smettere di stare aggrappati e muoversi, nuotare lontano. Deve poi attraversare la sconcertante Terra delle Illusioni, dove Victoria impara che deve affidarsi solo a sè stessa per evitare di perdersi. Giunge poi nel Viale dei Ricordi, la parte più difficile del viaggio, dove rivive eventi felici ma anche tanti eventi dolorosi che scatenano la rabbia, verso i genitori che la volevano aderente al protocollo reale, verso sè stessa per aver accettato tutto ciò senza controbattere, verso il principe che si è rivelato diverso da quello che immaginava. L'ultima tappa del viaggio è la Valle della Perfezione dove la principessa impara che la perfezione è negli occhi di chi guarda poichè è il riflesso di ciò che pensiamo di noi stessi, così rivede tutte le sue imperfezioni e capisce che invece sono i suoi punti di forza, quelli che le hanno permesso di fare quel difficile viaggio alla scoperta di sè.
In questo percorso Victoria ha scoperto che una persona può amarne un'altra solo nello stesso modo in cui ama se stessa: con tenerezza e accettazione o con intransigenza e rifiuto. Scoprirà anche che è giusto accettare dei compromessi ma non a scapito della propria felicità, della propria identità e della propria autostima. E che è giusto voltare le spalle a ciò che ci fa soffrire.