Oggi per la rubrica #unlibroperriflettere torniamo a parlare di #psicologiaperinatale con "Le cicogne hanno perso il mio indirizzo" di Laurence Boccolini.
Il libro è autobriografico e Laurence parla in modo delicato della sua sofferenza nel non poter avere un figlio nonostante diversi tentativi. Una sofferenza nascosta che accomuna molte coppie che non riescono ad avere un figlio. Il libro è breve ma a livello emotivo risulta intenso.
Perchè pubblicare un libro su un argomento così intimo? "Volevo soltanto condividere queste pagine con le migliaia di donne che vivono la mia stessa situazione, per rivelare loro quanto mi sono sentita sola, lontana dal mondo, colpevole di non essere riuscita a fare il mio bambino. Per dire che ammiro il loro coraggio, la loro determinazione a non lasciarsi andare, e ripeterlo anche a quelle migliaia di coppie che ogni giorno vivono nella speranza e nell’attesa, e che poi trovano ancora la forza di combattere, amarsi, tenersi stretti per scaldarsi a vicenda."
"A dieci anni, volevo undici figli. A quindici anni, ho ritoccato tutto al ribasso, e sei bambini mi sembravano la cifra ideale della felicità famigliare. A vent'anni propendevo piuttosto per tre, due maschi e una femmina, secondo un ideale politicamente corretto. Oggi, a quarantaquattro anni, ne basterebbe uno a riempire l'immenso vuoto tra le mie braccia. Ma sarebbe un miracolo... Ho avuto a lungo la pretesa di credere che la vita avrebbe obbedito a ogni mio schioccare di dita e che mi sarebbe bastato decidere qualcosa per farla succedere. E quando la realtà mi ha colpito in pieno viso ne sono rimasta, come dire, un po' contrariata. Ora che so che le cicogne hanno perso il mio indirizzo, voglio almeno potergli dire due parole, perché sappiano che qualcosa dentro di me non smetterà mai di aspettarle...". Laurence ha un lavoro che le piace, un marito che ama e un vuoto nel cuore. Da sempre ha desiderato un figlio e mai avrebbe pensato di non potere realizzare il suo desiderio. Dopo aver sperimentato ogni tipo di rimedio - dall'approccio scientifico ai metodi più pittoreschi e scaramantici - decide di tentare l'ultima carta, quella dell'inseminazione artificiale. Ma neanche così Laurence riesce a rimanere incinta. Decisamente le cicogne hanno perso il suo indirizzo."
Forse può essere un libro utile alle donne che non riescono ad avere figli per ritrovare alcune emozioni comuni e vedersi rispecchiate ma ancora di più, secondo me, per chi pone la fatidica domanda "e allora, quando lo fate un bambino?". Una domanda all'apparenza innocua ma che in realtà si scaglia su quelle coppie come un tornado causando una forte sofferenza, come rimarcato da Laurence, e che sarebbe più opportuno non fare.
Qualcuno di voi lo ha letto? Vi è piaciuto?
Il libro è autobriografico e Laurence parla in modo delicato della sua sofferenza nel non poter avere un figlio nonostante diversi tentativi. Una sofferenza nascosta che accomuna molte coppie che non riescono ad avere un figlio. Il libro è breve ma a livello emotivo risulta intenso.
Perchè pubblicare un libro su un argomento così intimo? "Volevo soltanto condividere queste pagine con le migliaia di donne che vivono la mia stessa situazione, per rivelare loro quanto mi sono sentita sola, lontana dal mondo, colpevole di non essere riuscita a fare il mio bambino. Per dire che ammiro il loro coraggio, la loro determinazione a non lasciarsi andare, e ripeterlo anche a quelle migliaia di coppie che ogni giorno vivono nella speranza e nell’attesa, e che poi trovano ancora la forza di combattere, amarsi, tenersi stretti per scaldarsi a vicenda."
"A dieci anni, volevo undici figli. A quindici anni, ho ritoccato tutto al ribasso, e sei bambini mi sembravano la cifra ideale della felicità famigliare. A vent'anni propendevo piuttosto per tre, due maschi e una femmina, secondo un ideale politicamente corretto. Oggi, a quarantaquattro anni, ne basterebbe uno a riempire l'immenso vuoto tra le mie braccia. Ma sarebbe un miracolo... Ho avuto a lungo la pretesa di credere che la vita avrebbe obbedito a ogni mio schioccare di dita e che mi sarebbe bastato decidere qualcosa per farla succedere. E quando la realtà mi ha colpito in pieno viso ne sono rimasta, come dire, un po' contrariata. Ora che so che le cicogne hanno perso il mio indirizzo, voglio almeno potergli dire due parole, perché sappiano che qualcosa dentro di me non smetterà mai di aspettarle...". Laurence ha un lavoro che le piace, un marito che ama e un vuoto nel cuore. Da sempre ha desiderato un figlio e mai avrebbe pensato di non potere realizzare il suo desiderio. Dopo aver sperimentato ogni tipo di rimedio - dall'approccio scientifico ai metodi più pittoreschi e scaramantici - decide di tentare l'ultima carta, quella dell'inseminazione artificiale. Ma neanche così Laurence riesce a rimanere incinta. Decisamente le cicogne hanno perso il suo indirizzo."
Forse può essere un libro utile alle donne che non riescono ad avere figli per ritrovare alcune emozioni comuni e vedersi rispecchiate ma ancora di più, secondo me, per chi pone la fatidica domanda "e allora, quando lo fate un bambino?". Una domanda all'apparenza innocua ma che in realtà si scaglia su quelle coppie come un tornado causando una forte sofferenza, come rimarcato da Laurence, e che sarebbe più opportuno non fare.
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