#unlibroperriflettere - Musica

Oggi torna la rubrica #unlibroperriflettere. Ho scelto di parlarvi di “Musica”, un libro del 1965 di Yukio Mishima che affronta in chiave romanzata e metaforica un caso clinico realmente trattato dallo psicanalista Shiomi Kazunori. Ha una forte valenza psicologica e introspettiva e allo stesso tempo i temi vengono affrontati con delicatezza, senza pregiudizi sociali.

Reiko, la giovane protagonista del romanzo, si rivolge ad uno psicanalista perché non “sente la musica”, musica che si scopre essere la metafora utilizzata per esporre un problema di altra natura. Di fatti la ragazza non riesce a raggiungere l'orgasmo quando si trova in intimità con il proprio ragazzo. Reiko infatti soffre di un disagio psicofisico abbastanza comune nelle donne ma del quale, ancora oggi, se ne parla con cautela, sottovoce e forse anche con vergogna: la frigidità.

Vi chiederete come mai venga utilizzata la metafora della musica per parlare di orgasmo. Quando, nel 1965, è stato scritto il libro il sesso era un tema taboo nel rigido contesto sociale nipponico ma, ancora oggi, l'orgasmo femminile, l'assecondare le pulsioni e gli istinti naturali di una donna è un tema raramente affrontato nei libri (e nella vita in generale). E così l'autore ha scelto di usare la metafora della musica.

Il libro si snoda attraverso il racconto di una serie di sedute psicoanalitiche, un viaggio introspettivo nel passato della paziente per trovare l'origine "dell'assenza della musica". In Musica viene anche mostrato l'instaurarsi del rapporto medico-paziente e della sua evoluzione nel tempo, con transfert e controtrasnfert.

"Nel nostro lavoro si trattano solo cose che non si possono né vedere né toccare, ma ciò non toglie che qualsiasi psicoanalista abbia il nascosto desiderio di avere davanti ai propri occhi una chiara verifica."

Il libro in alcuni momenti vi apparirà un poliziesco, quando sarete lì lì per dire "ah ecco perchè Reiko è frigida", ecco che dovrete ripartire con nuovi indizi, perchè analizzare l'inconscio è un po' come investigare su un giallo. Questo libro fa capire secondo me molto bene come si snoda un percorso psicoterapeutico, fatto di passi avanti, di momenti di stallo, di momenti pesanti, di sorrisi, di lacrime, di bugie, di verità, di sedute saltate, di abbandoni, di ritorni, di nuovi indizi che portano il terapeuta a capire come aiutare il paziente a liberarsi del suo sintomo.

Riuscirà Reiko a “sentire la musica”? Beh, per scoprirlo non vi resta che leggerlo….

Spero che questa recensione vi sia piaciuta e magari, perchè no, vi sia venuta voglia di leggere Musica.