#unlibroperriflettere - Qualcosa

Questa volta per #unlibroperriflettere ho scelto un libro-fiaba di Chiara Gamberale. La Gamberale in questo libro si concentra sul rischio che tutti noi corriamo a volere riempire ossessivamente le nostre vite e il vuoto che c'è dentro di noi, anziché fare i conti con chi siamo e che cosa vogliamo. E' un libro che vuole insegnarci a convivere con il nostro vuoto, apprezzare la noia e il silenzio anzichè avere costantemente qualcosa da fare pur di non guardare quello che c'è dentro di noi. «Qualcosa» ci aiuta così a difenderci dal Troppo. Ma, soprattutto, ci invita a fare pace col Niente.

La Principessa Qualcosa di Troppo, fin dalla nascita, rivela di possedere una caratteristica: non ha limiti, è esagerata in tutto quello che fa. Si muove troppo, piange troppo, ride troppo e, soprattutto, vuole troppo. Ma, quando sua madre muore, la Principessa si ritrova «un buco al posto del cuore», non sente niente, non sente il dolore. Smarrita, dapprima decide di colmare quel vuoto facendo troppo, poi prende a vagare per il regno e incontra il Cavalier Niente, che passa tutto il giorno a «non-fare qualcosa di importante». Grazie a lui anche la Principessa scopre il valore del «non-fare», del silenzio, dell'immaginazione, della noia: tutto quello da cui era sempre fuggita. Tanto che, dopo avere fatto amicizia con il Cavalier Niente, Qualcosa di Troppo gli si ribella e pur di non fermarsi e di non sentire l'insopportabile «nostalgia di Niente» che la perseguita vive tante, troppe avventure, inclusa quella di trovare marito. Il Re, infatti, cerca di trovare un marito alla Principessa e lei frequenta tutti i pretendenti selezionati dal padre. Qualcosa di Troppo passa da un amore all'altro in un continuum inarrestabile senza mai accontentarsi. Ogni volta in cui l’amore sembrava aver finalmente colmato il vuoto, ecco che questo ricompariva più grande che mai.

"Sopporta il buco, ripeto. Quando succedono cose troppo brutte ci mettiamo un po’ ad accettarle, tanto che all'inizio non ci sembrano nemmeno vere. E mentre la testa prende tempo per capirle, il cuore ci diventa un pezzo di groviera. Quindi non lo odiare il tuo buco, accarezzalo ogni tanto. Altrimenti non passerà mai."

La Princinpessa Qualcosa di Troppo, come tanti di noi, deve fare i conti con un vuoto interiore che nasce dalla solitudine, dalla perdita di una persona cara, dal sentirsi inadeguati. Per riempire quel buco siamo disposti a fare di tutto, la nostra vita è una corsa, sempre indaffarati senza mai fermarci a riflettere su ciò che siamo e che cosa realmente desideriamo. Trovarsi di fronte a eventi drammatici è doloroso per tutti e spesso non sappiamo come reagire. Il nostro cuore è pieno di buchi, non riusciamo ad affrontare questo dolore, ci nascondiamo dietro il fare mentre dovremmo fermarci. Guardarsi dentro fa paura, non far nulla infatti crea spazi di riflessione. Il buco non svanirà da solo, occorre studiarlo, osservarlo da vicino per vedere cosa c’è. Il troppo è un tentativo di difesa dal buco. E' così che ha fatto la Principessa, ha deciso che il modo migliore per sanare il buco fosse riempirlo d’impegni. Ma incontrando il Cavalier Niente Qualcosa di Troppo ha compreso che un buco troppo pieno non sarebbe mai diventato un passaggio. Grazie al Cavalier Niente e a Madama Noia impara che è necessario fermarsi, rallentare i ritmi, il non-fare non vuol dire non fare niente ma entrare in un'altra dimensione di noi stessi, più profonda. Il Cavalier Niente le consigliò un lavoro di accettazione della vita in sé. Le spiegò anche che il vuoto non andava colmato di attività cercate con ostinazione ma di cose che semplicemente si accolgono nella nostra vita, accettandola nei suoi rischi. E non-facendo, fermandosi, apprezzando e godendo delle piccole cose, sarebbe anche tornata a sentire.

La Gamberale in questo libro sottolinea come sia importante raccontare e ascoltare il vuoto, accettare i nostri buchi per attraversarli poiché l’alternativa è subirli. L’importante non è non essere qualcosa di troppo ma è scoprire chi siamo realmente perché scoprendo noi stessi saremo padroni di noi stessi e non vittime e potremo usare a pieno le nostre risorse. Il percorso che ognuno di noi dovrà seguire sarà quello di essere sè stessi senza travolgere gli altri. Ognuno di noi è stato "bucato" dalla vita, è come reagiamo che cambia. Possiamo rimuovere i nostri buchi, ignorandoli, oppure possiamo affezionarci troppo a questi buchi oppure ancora possiamo trasformarli per diventare noi stessi, accettandoli.

Ma questo libro è anche una riflessione sull’esistenza di oggi, sulle persone che vivono sempre più virtualmente e lontane da relazioni umane che spesso cercano inutilmente di colmare con l'ausilio dei social network. Smorfialibro, nel romanzo, Facebook nella realtà, ci circondano di "falsi amici", amici virtuali che non riempiono il nostro vuoto.

Il dialogo finale tra Qualcosa di Troppo e il Cavalier Niente fa giungere il lettore ad un messaggio semplice ma quanto mai importante in questo momento. I due protagonisti giungono alla consapevolezza che gli estremi che li caratterizzano (fare troppo / non fare niente) devono trovare un punto di incontro per poter essere felici: fare e sentire troppo non va bene come fare o sentire niente.